venerdì 30 settembre 2011

Ritmo Nictemerale

Il ritmo nictemerale è il ritmo che permette all’ essere umano e a tutti gli altri esseri viventi di regolare l’ alternanza delle funzioni biologiche durante l’ arco delle 24 ore, in particolare la regolazione del sonno e della veglia.
 Questa specie di orologio interno è un ritmo tarato sulla durata del giorno terrestre e sulle nostre abitudini come specie nel rapporto notte =buio = sonno,  giorno = luce = veglia.
Molti di noi dormono per circa 8 ore, il che significa che passiamo circa un terzo della nostra vita dormendo, in parte sognando. Se cerchiamo di evitare di dormire per impiegare questo tempo prezioso in altre attività, quali tirar tardi a una festa o passare la notte sui libri per preparare un esame, il nostro corpo e il nostro cervello subito ci ammoniscono che non dovremmo. Possiamo farcela per un po’ ma non troppo a lungo. Il ciclo sonno/veglia è una delle tante attività ritmiche del corpo e del cervello ed è un ritmo endogeno che diviene gradualmente parte del ritmo nictemerale nei primi anni di vita ed importante in tutto l’arco della vita. Questo ritmo è nella natura e nell’istinto e, quindi, tende a persistere anche in assenza dello stimolo esterno dell’alternanza di giorno e notte: ad esempio nei paesi scandinavi si va a dormire anche nella stagione estiva in cui non c’è mai una vera e propria notte fonda.
E’ dimostrato, però, che il ritmo nictemerale non è rigido ed è in qualche modo “modificabile”: le funzioni biologiche giornaliere, lo stesso metabolismo, star svegli o dormire sono quindi abitudini consolidate dall’ uomo durate i milioni di anni della sua evoluzione e che vengono “assorbite”, sempre per abitudine, nei primi mesi di vita dell’ essere umano. Il bambino appena nato, infatti, può essere del tutto indifferente al ritmo di giorno e notte ed avere un suo ritmo personale, magari commisurato sulle 3 o 4 ore piuttosto che sulle 24! Il neonato regola i suoi cicli vitali sul ritmo della sua fame, ignorando del tutto quello del giorno e della notte.
Altra prova che il ritmo nictemerale umano è dettato da una questione convenzionale è il jet-lag, in cui la rilevante differenza di orario tra il luogo di partenza e quello di arrivo in un lungo viaggio aereo mette a dura prova, anche in un adulto sano, il ritmo stesso. O la vita degli abitanti del deserto, i Tuaregh, che viaggiano di notte e vivono di giorno. O la vita di tanti lavoratori notturni, dai metronotte ai giornalai, dai gestori di discoteche ai fornai, che hanno in qualche modo “ modificato” il loro ritmo vitale ( c’ è chi può riuscire dormire anche solo 4 ore a notte) in funzione del proprio stile di vita.
Forse, però, nel caso dell’ uomo Occidentale, dovremmo soprattutto chiederci che ruolo gioca la luce artificiale: ha consolidato le nostre abitudini di sonno/veglia o ci ha aiutato a modificare il nostro ritmo nictemerale?



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