venerdì 23 settembre 2011

LA VITA VERSO L ‘ ACQUA


La vita viene dall’ acqua!
Quest’ affascinante verità  è oggi uno dei pilastri portanti della biologia moderna.
Dai primi organismi unicellulari ai pesci, dagli anfibi ai rettili marini, fino ai mammiferi acquatici, la vita in miliardi di anni non ha mai abbandonato il suo elemento originario. La genesi acquatica anzi, anche negli esseri viventi che hanno scelto la terraferma  ha lasciato un segno indelebile.
In particolar modo l’ uomo ( e in generale tutti i mammiferi placentati) ha conservato  trattiti specifici di tutta la sua evoluzione, marina e non:  le ultime vertebre della zona lombare, ad esempio, sono riconducibili ad un’ arcaica coda di cui l’ essere umano, in milioni di anni, ha “imparato” a fare a meno. Inoltre la parte più interna e antica del nostro cervello, quella che ha come principale funzione  di gestire le funzioni fisiologiche,  viene chiamata dagli studiosi “cervello rettiliano” perché ha le stesse caratteristiche del cervello dei rettili.
Ma ciò che davvero dimostra  che il nostro retaggio di esseri provenienti dall’ acqua non è stato del tutto perduto sono i momenti cruciali che preservano la continuazione della nostra specie: la gestazione, il parto e la nascita.
Come nei pesci, la femmina dell’ uomo “custodisce” il feto in uovo all’ interno del suo stesso corpo, il sacco vitellino. Questo, durante tutto il periodo della gestazione, assolve alle funzioni nutrizionali nei primi stadi di sviluppo dell'organismo.
Anche il parto e la nascita ci riconducono alla genesi acquatica dell’ uomo: è dimostrato che partorendo in acqua  il dolore si attenua e i tempi di travaglio si accorciano. L’acqua infatti agisce a vari livelli: facilita il rilassamento della muscolatura e aumenta la produzione di endorfine, che sono analgesici naturali. Infatti, tramite l’acqua la donna si isola con maggiore facilità dal mondo esterno, entra in contatto con la sua parte più profonda, lasciando agire l’ipofisi, la parte più antica del cervello, che è responsabile delle contrazioni uterine.
Il neonato, poi, nei primi 6 mesi di vita, è in grado di regolare la propria funzione respiratoria sott’ acqua, in parte perché memore del liquido amniotico che riempiva e proteggeva la sua sacca embrionale e in parte perché il nascituro, non consapevolmente, conserva le ancestrali caratteristiche degli esseri acquatici.
Tutto ciò ci fa capire la profonda connessione che c’ è tra l’ uomo e gli altri esseri viventi di questo pianeta: una storia evolutiva lunga miliardi di anni, che ha inizio nell’ acqua….e continuerà, forse....di nuovo, nell’ acqua.

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