venerdì 23 settembre 2011

Il Palazzo Tarcagnota

Il Palazzo Tarcagnota è il tipico edificio padronale dei centri cittadini meridionali: subito mostra del luogo la famiglia più importante.
Sorge  nel cuore di Mondragone, in via Vittorio Emanuele.
E’ un edificio imponente: presenta sul fronte strada un prospetto di circa 60 metri di lunghezza, per un’ altezza di circa 15 metri. E’ largo 30 metri quadri e almeno il doppio di tale area è occupata dal giardino interno, con annessa la cascina del giardiniere.
Ed è proprio il giardino, particolarmente curato, il cuore della vita quotidiana nel palazzo: ci piace immaginare signori e dame che prendono il fresco sotto i porticati di uva e di rose nei periodi di calura estiva o che, nelle belle e fredde giornate d’ inverno, passano l’ ozio parlando piacevolmente tra danze e conviti o passeggiando tra i viali verdeggianti.
Dalla strada si accede a palazzo mediante due portoni, oltre ad un accesso secondario posto vicino al sagrato della Basilica Minore di Maria SS. Incaldana.
L’ ingresso più importante presenta un portale (oggi trafugato) al cui centro è posto lo stemma nobiliare, il quale raffigura una figura femminile in abiti ancillari che indossa  un elmo e che regge tra le mani una frusta ed un animale simile ad un serpente, tra due cani in corsa.
Nella parte inferiore dello stemma dello stemma raffigura un cane tra elementi floreali. Tali figure sonno effigiate su di uno scudo poggiato su un drappo nappato e sormontato da una corona gigliata.
Lo stemma e lo scudo rivelano l’ origine regale dei Tarcagnota che, nel libro “Città di Mondragone” del reverendo Giuseppe Aversario”, provengono dalla Morea e sono imparentati con i Paleologi, ultimi imperatori bizantini.
La presenza delle armi e dei cani nello stemma indica anche le principali attività delle famiglie nobiliari: la guerra e la caccia.
Soprattutto la caccia nei luoghi boschivi delle plaghe costiere di Mondragone, a quei tempi malsane e paludose, o sui pendii collinari, costituisce il nobile ozio dei Tarcagnota.
Tramite una scala in marmo si accede all’ appartamento nobiliare, attualmente fortemente rimaneggiato.
Il secondo accesso, meno pregiato, di forma rettangolare, accede ad una corte chiusa, in cui al piano terra sono inseriti i servizi essenziali. Tramite una stretta scala poi si accede alle stanze della servitù, poste al secondo livello, occupato in gran parte da un ampio terrazzo a forma di U.
Il palazzetto di tipologia  settecentesca, ingloba alcune costruzioni risalenti al periodo catalano. La fortuna del palazzo è strettamente connessa al destino al destino della famiglia Tarcagnota. Fiorente durante il regno borbonici e napoleonico ( Domenico Tarcagnota governa Mondragone in qualità di “Regio Intendente delle Reali Riserve”), incomincia la decadenza con l’ Unità d’ Italia, anche  se  mantiene il suo predominio locale: si ricorda un Tarcagnota come sindaco nel periodo 1895 – 1909.
Poi il ramo mondragonese della famiglia si estingue, il patrimonio  ereditato dai rami collaterali dei discendenti è quasi totalmente alienato. Anche il palazzo di famiglia decade: oggi è in condizioni pessime di conservazione e frazionato in singole unità abitative.
Il comune di Mondragone, per fortuna, ha stabilito un piano di recupero, così che non si perda un dei più gloriosi monumenti della città.

Nessun commento:

Posta un commento