Civiltà tanto diverse tra loro quanto lontane hanno trovato “risposte” nell’ osservazione delle stelle: dall’ antica Cina agli imperi precolombiani del Centro America, dagli aborigeni dell’ Oceano Pacifico ai nativi americani, dagli Egiziani ai Babilonesi, fino al Nepal, dove una casta di sacerdoti-astronomi si affianca al potere governativo ufficiale.
L’ osservazione della volta celeste possiamo interpretarla come qualcosa di istintivo: i bambini, di qualsiasi luogo e di qualsiasi epoca, imparano a camminare, a parlare e a creare relazioni con il mondo esterno, più o meno tutti allo stesso modo e alla stessa età; così le civiltà, chi prima, chi poi, hanno sentito tutte questa incontenibile attrazione verso il cielo.
Il vero problema sorge quando vogliamo analizzare questa “crescita” non più semplicemente caso per caso ma in modo globale, osservare come tutte le civiltà, nessuna esclusa, dopo aver guardato e studiato il cielo, abbia avvertito l’ impulso di basare la propria conoscenza, la propria cultura e spesso addirittura le proprie scelte politiche sull’ osservazione delle stelle, spesso erigendo monumenti che ricalcano in modo perfetto la mappa della volta celeste.
Com’ è possibile, ad esempio, che le piramidi egizie della Valle di Giza venissero costruite perfettamente allineate con la Cintura d’ Orione senza avere strumenti di alta tecnologia?
La risposta ad una simile domanda è, ormai, seppellita sotto millenni di storia e dietro questo quesito tanti altri si affacciano alla nostra mente.
Perché tutte le civiltà antiche, nonostante non avessero possibilità di contatto tra loro, sembrano avere tutte la medesima “matrice”?
Perché la piramide sembra sia la costruzione più distintiva dell’ umanità? Cosa nascondono le costruzioni piramidali, che siano quelle dei faraoni o le ziqqurat babilonesi o quelle azteche di Tenochtitlan?
Perché gli antichi popoli, dalla Cina all’ Egitto fino al Sud-Est asiatico, conservano tutti il mito di una civiltà super avanzata ( Mu, Atlantide, Lemuria, Shangri-La…)scomparsa dopo un cataclisma di immani proporzioni?
Forse a tutte queste domande e ad altre, che ancora non sappiamo o non vogliamo porci, gli antichi volevano dare voce, per lasciare un messaggio che noi, ancora oggi, non sappiamo decifrare, un messaggio carico di energie che noi non possiamo comprendere, troppo presi dalla modernità, troppo distratti…per alzare, di tanto in tanto, gli occhi al cielo stellato.
Gianluca Magliulo
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