mercoledì 6 luglio 2011

Il Cantico delle Creature


Il Cantico delle Creature di Francesco d’ Assisi è, tradizionalmente, il più noto componimento di carattere religioso della nostra letteratura.
E’ una preghiera di lode al Signore: il Santo lodando le Sue creature ne celebra grandezza e potenza come creatore dell’universo.
E’, inoltre, un ringraziamento all’infinita bontà dell’Onnipotente: tutte le creature, animate e no, sono legate tra loro e con l’uomo da un profondo e da armonioso vincolo di fratellanza. Quest’idea, fulcro del francescanesimo, rivoluziona il pensiero di un intera civiltà: pone, infatti, l’uomo al centro dell’intero creato, poiché lo stesso Dio ha fatto sì che la nature fosse al servizio della sua creazione migliore. La sofferenza e la morte stessa sono indicate come mezzi attraverso i quali l’essere umano può incamminarsi sulla via della beatitudine, un sentiero lastricato di colpe e di riscatto, di perdizione e salvezza eterna.
Tale concezione, che antepone la centralità dell’Uomo, scavalca i limiti del medioevo e anticipa l’essenza dell’umanesimo che verrà, il movimento che pur senza rinnegare il sentimento religioso, abbandona o tende ad abbandonare l’indagine metafisica, per spostare il proprio interesse sull’umana esperienza.
Il Cantico è scritto in volgare umbro del XIII secolo: è proprio l’uso della lingua popolare quotidiana, nonché l’evidente ispirazione ai Salmi biblici (con la ripetizione del “ Laudato Sii ” ) a denotare la volontà dell’autore di far giungere, indistintamente a tutti, e non solo ai colti, il suo invito a lodare ringraziare Dio.
Il Cantico, però, nonostante sia scritto in volgare, presenta parti linguisticamente molto complesse ed una raffinata elaborazione stilistica in cui si coglie tutta la ricchezza socio – culturale dell’autore. Proprio il passo più solenne del testo, quello per “ sora Morte “, strumento di purificazione che accomuna tutti gli uomini, rivela la solidità culturale di Francesco d’Assisi: egli trascende i limiti del suo tempo e lascia un’ impronta indelebile nella storia della civiltà sia per la sua complessa personalità, sia per l’importanza universale della sua opera, sia per la novità linguistico – espressiva adoperata.
Ha dato vita ad un componimento ricco di schietta poesia, ad un fondamentale documento di volgare letterario: si può affermare, quindi, che questo Cantico di amore e di ammonizione, di evocazione sensoriale delle creature e di esplorazione delle vie eterne dell’anima, segna, come una pietra miliare, la nascita della nostra letteratura in volgare.  

                                                                       

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