Il ritmo nictemerale è il ritmo che permette all’ essere umano e a tutti gli altri esseri viventi di regolare l’ alternanza delle funzioni biologiche durante l’ arco delle 24 ore, in particolare la regolazione del sonno e della veglia.

Molti di noi dormono per circa 8 ore, il che significa che passiamo circa un terzo della nostra vita dormendo, in parte sognando. Se cerchiamo di evitare di dormire per impiegare questo tempo prezioso in altre attività, quali tirar tardi a una festa o passare la notte sui libri per preparare un esame, il nostro corpo e il nostro cervello subito ci ammoniscono che non dovremmo. Possiamo farcela per un po’ ma non troppo a lungo. Il ciclo sonno/veglia è una delle tante attività ritmiche del corpo e del cervello ed è un ritmo endogeno che diviene gradualmente parte del ritmo nictemerale nei primi anni di vita ed importante in tutto l’arco della vita. Questo ritmo è nella natura e nell’istinto e, quindi, tende a persistere anche in assenza dello stimolo esterno dell’alternanza di giorno e notte: ad esempio nei paesi scandinavi si va a dormire anche nella stagione estiva in cui non c’è mai una vera e propria notte fonda.

Altra prova che il ritmo nictemerale umano è dettato da una questione convenzionale è il jet-lag, in cui la rilevante differenza di orario tra il luogo di partenza e quello di arrivo in un lungo viaggio aereo mette a dura prova, anche in un adulto sano, il ritmo stesso. O la vita degli abitanti del deserto, i Tuaregh, che viaggiano di notte e vivono di giorno. O la vita di tanti lavoratori notturni, dai metronotte ai giornalai, dai gestori di discoteche ai fornai, che hanno in qualche modo “ modificato” il loro ritmo vitale ( c’ è chi può riuscire dormire anche solo 4 ore a notte) in funzione del proprio stile di vita.

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